venerdì 21 marzo 2014

Primavera effettiva

Voglio ricordare che oggi inizia la primavera.
Ho messo un bell'albero di mimosa, bello fiorito, perchè credo dia davvero il senso del cambiamento di stagione, della fine dell'inverno. E' la caratteristica di questo periodo, accorgersi negli angoli di strada, nei prati, sui bordi dei viali, che ci sono alberi splendidamente fioriti ovunque... bianchi, rosa, rossi.. una sinfonia di vita e gioia diffiile da notare e che dopo il torpore invernale, come uno schiaffo ti ricorda di svegliarti, che è arrivato finalmente il momento di vivere, di guardare avanti a un mondo nuovo, diverso, lontano da quello che si è chiuso con la stagione passata.
HO sempre amato la primavera con tutta la mia anima. è sempre stato un qualcosa che dentro mi prendeva, mi faceva sperare, vivere e credere nel domani. Vorrei che anche in questo anno di enormi difficoltà tutto prendesse quella strada, che fosse davvero così: nuovo!

Per me gli ultimi due mesi sono stati un calvario di salute non da poco. Iniziato il 5 febbraio con la prima corsa in ospedale per un intensissimo dolore alla spalla e braccio destro (tanto forte da non far escludere ai medici manco che fosse un infarto..) a cui non hanno mai saputo dare una risposta, nonostante mi presentassi da loro ogni 5 giorni in pronto soccorso per dolori assurdi. Il male più forte che fisicamente abbia mai sentito in vita mia. E tra le altre cose, mai spiegato, mai giustificato da nessuno in queste settimane, ivi comprendendo un ricovero di una settimana per osservazione. Anche li, nonostante esami, trovano qualcosa che vada al mio collo o alla mia spalla e mi lasciano uscire senza prescrizione... anzi, consigliandomi esami all'intestino per problemi ai linfonodi che potrebbero essere derivati da una infezione o da un tumore...
Già... è sempre bello uscire da un ospedale e sentirsi dire la parola tumore... cambia un po' la prospettiva di come guardi alla vita da quel momento in poi e ti fa sentire, come dire, un po' più sospeso nel vuoto di quanto già non ti sentissi prima, considerando che tutto questo si innesta in un periodo di cacca generalizzato, avendo perso lavoro, soldi e trovandomi nel massimo della precarietà economica nel momento di massima crisi del sistema economico.. 
Ed ecco che inizia un nuovo calvario. Un nuovo giro di esami, di controlli, di visite in cui tutti ti dicono che nulla può essere escluso, ma che di certezze, proprio non ce ne sono... ed ecco che ti ritrovi alla notte a pensare anche a quello, a dove ti porterà tutto questo, a frugare su internet alla ricerca di spiegazioni, di cosa può essere, cosa può non essere o dove, soprattutto, potrà mai portarti. è il gioco più subdolo di internet, quello che ti dice tutto, ti mostra tutto, ti evidenzia che fine farai, quali cure, quali percentuali, quali possibilità... poi vedi che tutto sommato, fosse anche cancro, non è dei peggiori, ed allora ti immagini come in un perfetto film, seduto in una sala d'ospedale a fare quella chemioterapia che ti distruggerà fisicamente e ti impedirà ancora di più di fare tutte quelle cose che sono diventate indispensabili e necessarie da fare e che già un mese di entrate e uscite d'ospedale ti hanno impedito di fare per tempo... e così capisci che magari alla fine ti salverai ma poi, tutto quello che ti circonda, sarà finito in ogni modo, proprio perchè non lo avrai potuto seguire a sufficienza. E allora ti domandi se ha comunque senso vivere, se per salvare la tua vita, devi ritrovarti nel casino più totale? 
Poi arriva un giorno, poco tempo fa, che vai a fare la tua santa e sperata ecografia. E credi di entrare in quel laboratorio tranquillo, ma in fondo sai benissimo che non è così.. e sei steso su quel lettino con una dottoressa silenziosa che ti spia dentro, controlla, viaggia al tuo interno e ti spia tutto, per poi dirti che tutto pare in ordine, che i tuoi linfonodi stanno tornando alla normalità, che li, proprio li, insomma, non c'è nulla di preoccupante.
Quello è il momento in cui esci dall'ambulatorio, il tuo corpo si distende, lo senti tutto, è come se ogni singolo nervo del tuo corpo si stirasse come un gatto alla mattina... e vorresti piangere, senti proprio quel groppone dentro di te che dovrebbe uscire, ma per qualche strano motivo, o forse per la troppa gente attorno, non lo fai almeno non esternamente, perchè dentro invece sei una fontana inninterrotta...
E così, dopo tanto tempo, per la prima volta, uscendo dall'ospedale finalmente ti accorgi che il sole scalda, che fa luce, che forse è davvero arrivata la primavera. E hai un buon motivo, almeno per un giorno, per godertela, per esserne felice e potertela godere nell'animo, profondamente.
Già, scoprire che quel tumore annunciato non c'è, qualcosa nell'anima ti cambia...

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