mercoledì 18 giugno 2014

Nuvole e polvere

Rimango ad ammirare le nuvole di polvere che si alzano ampie dalla strada verso il cielo. Un turbinio che sembra una nebbia invernale e che copre tutto, mentre invece è solo una ruspa che sposta montagne di vecchio asfalto da una parte all'altra in attesa che terminino i lavori di asfaltatura vera e propria.
Anche il cielo, non propriamente limpido oggi, aiuta ad immaginare l'arrivo di una tempesta imminente o almeno, di qualcosa di brutto (meteorologicamente parlando). 
Oggi appare al momento una giornata tranquilla e senza apparenti preoccupazioni. I lavori per strada rallentano il traffico, lo deviano, lo spostano verso altre mete, lasciando questo posto un po' più solitario e desolante. Commercialmente parlando non è il massimo, anzi ben poco aiuta.
Tutto ultimamente sembra essersi congelato in una stasi esistenziale in ogni campo. Tutto immobile, tutto fermo, tutto silenzioso, tutto quasi apatico. Calma, apparente su tutti i fronti, che alle volte va anche bene visto i precedenti. Cosa riservi questo silenzio non lo so. Forse sperare in qualcosa di bello, forse no, forse solo attendere un cambiamento in una qualche direzione che si fa lungo a farsi strada. Tutto si ferma, si agglomera intorno alle attese, belle o brutte che siano, sognando, pensando, ragionando, scommettendo anche, si può dire, su ciò che sarà o su ciò che verrà. Siamo qui, in un anno di per se sospeso. un anno di prove direi, un anno fatto di progetti, di conclusioni di percorsi di vita ed anche di aspettative più o meno rispettate.
Un anno che non so come saprò definire. ancora oggi per me è un anno così dannatamente vario nei suoi aspetti, con una impronta certamente non positiva fino ad oggi, da tutti i punti vista: lavorativo, sociale e persino di salute. e' stata una caterva di eventi una dietro l'altra che mi ha portato a metà di questo anno, con un occhio diverso da come era partito. Silenziosamente, tra le mie debolezze personali e le delusioni generali, eventi che magari risalgono ad alcuni mesi fa mi sembrano lontano anni, come ad esempio il vecchio lavoro, che sembra finito da decenni, sarà per via di come si è concluso, di come le cose hanno preso la piega, di come le persone si sono comportate nel tempo. La delusione, immagino, prevalentemente di chi doveva darmi qualcosa, anche affettivamente e poi si è rilevato un buco nell'acqua bello e buono. 
Molte cose sono morte in un silenzio che non doveva esserci, a cui però sono stranamente abituato e non fa neanche più male. So solo che ciò che è stato, ciò che è finito, in termini e tempi diversi hanno aperto decisamente in me una strada più liberistica, diciamo così, ovvero l'idea che la vita non può essere statica e che tutto, ma davvero tutto può essere rimesso completamente in discussione, anche ricominciando davvero daccapo, con occhi e sogni diversi. Alla parola crisi i cinesi accostano anche l'opportunità, e perchè no, alle volte, nei silenzi di mondi che muoiono nascono mondi fragorosi e frastornanti, pieni di vita, di sogni, e perchè no, a volte anche di amore.
Li attendiamo.
Come detto sono nella fase attendista, in quello che vorrei ma non arriva e in quello che non arriva ma vorrei. Tutto qua. Guardo fuori e anche la nuvola di fumo in fondo è passata, è andata. come tutte le nuvole e le tempeste, prima o poi portano a far rischiarare un cielo che ritorna sereno.

Nessun commento:

Posta un commento