giovedì 20 marzo 2014

Canzoni e ricordi







La differencia entre tu y yo - Tiziano Ferro
una canzone e tanti ricordi...
Il primo che mi viene in mente è quando ho ascoltato questa canzone fu che era perfetta da dedicare ad un eventuale nuovo amore, a quella persona che avrei incontrato e per cui avrei provato dei nuovi sentimenti... me la immaginavo molto classica, ovvero, mentre si è seduti in auto a parlare, quando hai quel tocco di timidezza che ti ferma e vorrebbe farti avvicinare all'altro e poi non lo fai, per paura, per quel batticuore forsennato che hai dentro di te e che ha una folle paura di rovinare tutto e di essere frainteso... ma poi il gesto lo fai, ti avvicini, piano piano, magari appoggiando una mano sulla spalla o su una gamba e senti che non è rifiutata, e allora il cuore continua ad andare a mille, ad essere sempre più forte il battito e tu inizi persino a sentire il calore delle sue labbra, prima di iniziare a toccare e sapere che quel desiderio finalmente è una realtà .. e la musica di fondo ti accompagna, legando te, quella persona e quella canzone per sempre a quel momento... e ogni volta che la riascolti ti viene solo da pensare a lui, ai bei momenti insieme e a tanti sogni che hai condiviso...

Perchè in spagnolo?
Fu il primo album che comprai a Barcellona, quasi due anni fa, nel momento in cui credevo che certi sogni sarebbero diventati realtà, quando quella città non solo era un sogno, un mito, una idea di vita nuova e un mondo intero di speranze, ma era anche una realtà, un qualcosa che avevo iniziato lentamente a costruire, mese dopo mese, con l'idea che in questo 2014 sarebbe diventata la mia nuova casa. E così visto che mi avevano appena derubato del cd in italiano, li, in plaza catalunya, ho comprato la sua versone spagnola, che poi è diventata la colonna sonora di un anno intero, nel bene e nel male, ricordandomi che amore, sogni, speranze, potevano girare tranquillamente insieme. 
Barcellona è stata la mia fuga nel 2012 non so quante volte. Deluso dall'ennesimo breve amore della mia vita (quella A che oggi è tatuata sul mio polpaccio...) ho deciso di buttarmi su questa avventura, a dire il vero molto covata da anni, da un lontano 2009 in cui la visitai per la prima volta ancora dopo una ennesima delusione forte della mia vita amorosa (in questo caso è la F che ho sul polpaccio).. e non so perchè,  ma quando le persone ti deludonon molto, ti spingono a fare passi forti, grandi.
In quell'anno ero così convinto di andare via, di abbandonare l'Italia e di ricostruire la parte delle soddisfazioni che allora mi ero professionalmente realizzato qui in patria. Non sapevo ancora che la crisi profonda sarebbe arrivata a breve e avrebbe letteralmente distrutto ogni mia idea di crescita professionale autonoma... 
Ma allora si sognava, ed era bello cercare le case, i negozi su internet, stamparsi i più interessanti e andare via con un malloppo di cose da fare... quante volte ci sono stato? A giugno, luglio, ottobre e maggio dell'anno scorso... mi sono sentito più a casa la in tutte quelle volte che qui in Italia nel tempo rimanente. Ho amato e amo ancora Barcellona e me la terrò sempre stretta nel cuore, sapendo che il primo viaggio che potrò nuovamente permettermi di fare sarà di nuovo là, di sicuro... voglio tuffarmi nel mare e ritrovarmi sulla playa de Marbella a prendere il sole, o steso sull'erba di quel prato, dove a maggio dell'anno scorso ho capito che il tempo di sognare era finito ed allo stesso tempo riuscivo a gustarmi la bellezza e la calma del posto senza preoccupazioni. l'ultima domenica in spagna è stata l'ultimo giorno di serenità vera nel mio cuore. E non è un caso...
Ho il ricordo di posti belli, di gente socievole, che mi guardava stranito perchè comprendevo il loro idioma anche se non lo avevo studiato. Oggi ho smesso di scrivere il mio diario in italiano, così come di leggere libri. Lo faccio in spagnolo perchè mi è diventato quasi di abitudine e perchè mi voglio tenere ben stretto il ricordo e la speranza.
Io Barcellona non la voglio fare morire, non voglio che si perda nella memoria, che sia una utopia non realizzabile. Voglio continuare a credere che esista, aggrapparmi disperatamente all'idea che i sogni non muoiono mai, che hanno sempre una seppur fragile speranza. perchè così deve sempre essere...
Ed ecco perchè la foto della bandiera catalana, sventolare in un cielo allora autunnale ma che possedeva tutte le caratteristiche di una estate ancora forte... e pensare che a ottobre si girava a maniche corte per le vie delle città di notte, dopo aver frequentato per l'ennesima volta un locale o una disco e aver visto un mucchio di gente bella, interessante...
Al di là di tante cose, ciò che mi ha impressionato tanto la città è il suo clima umano: tu arrivi e ti senti parte di quel mondo, delle persone, di ciò che è il ritmo di quella metropoli. E' catalano chi vive in Catalogna mi disse una volta un ragazzo, e non importa di dove sei, da dove sei venuto, se entri nella città, nel suo clima, tu diventi catalano a tua volta e nessuno ti discrimina. Sulla Rambla ho visto di tutto: dalla donna con il burqa integrale alle tante coppie gay che giravano a mano, baciandosi e abbracciandosi, come se nulla fosse. Li tutto è normale, è come dovrebbe essere in tutto il mondo, ovunque...
E rimango affascinato da tutto ciò. Ma forse per quel sole forte che ha scaldato la mia anima e i miei pensieri per tanto tempo. per ciò che era il sogno, il desiderio che io covavo dentro di me. Era la idea di una vita nuova, di quel posto dove ricominciare dopo le enormi delusioni di questa italia e della mia Ferrara in particolare. Stanco di girare per le strade di una cittadina che mi ricordava solo cose finite, solo momenti passati che avrei tanto voluto cancellare... si, portarli nel cuore ma non doverli vivere ogni giorno con l'anima rivolta al passato.
A BCN avevo trovato una casa. neanche tanto costosa, persino dotata di un balconcino indispensabile per il mio gatto... piccola, ma allo stesso tempo accogliente e con vista su una strada alberata. me la ero curata, ammirata, sognata, con l'idea di farla mia. Era il miglior modo di divagare e sognare. Ed ero felice, soprattutto, di farlo.
Ma tutto è andato accantonato. Non abbandonato.. Mai... 
Continuerò ad ascoltare Tiziano Ferro in spagnolo, a guardare le foto di Barcellona e immaginare di costruire quel mio primo negozio che tanto avevo desiderato. Si, continuerò, magari, sperando un giorno, di entrare in una casa, con un compagno, là dove costruiremo i nostri sogni, proprio con TZ di sfondo... allora si, riderò...

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