giovedì 3 aprile 2014

Un bacio del 2003

Il cielo grigio di stamattina preannuncia un cambio di stagione. 
Avevo appena fatto finta di essere in primavera ieri e mi ero messo a girare vestito leggero. Infatti il mal di gola è arrivato subito.
Sto ascoltando la canzone di Annie Lennox "why", che mi sono scaricato quando ero all'ospedale in febbraio. Non so perchè, ma mi piace particolarmente, anche se tutto sommato è un decisamente malinconica. Ma non è quella malinconia triste e infelice ma quella che ti ricorda momenti passati della vita in cui tutto sommato hai dei bei ricordi e mantieni una certa voglia di ricordarli, di non dimenticare ciò che hanno rappresentato e le persone che ne hanno fatto parte.
Ciò che più mi ricorda sono i primi baci, quel momento in cui ti leghi ad una persona che non sai come sarà, ma che un giorno amerai con tutta l'anima e ti ferirà in qualche modo, lasciandoti. Ma è il gioco della vita.
I baci della mia nuova vita gaya sono legati indissolubilmente a due persone in particolare che per privacy abbrevio sono con M e F. Con loro ho provato delle immense emozioni quella prima volta se non altro perchè nonostante la mia profonda timidezza, ho con entrambi fatto io il primo passo, tentando quella prima mossa che non sapevo o non avevo la certezza che sarebbe andato a buon fine.
Con M fu particolare il momento e il luogo. Era notte fonda, di un giugno del 2003 molto lontano nella mia memoria, ma che so essere stato particolarmente caldo. Eravamo seduti su una panchina in mezzo al parco che c'è nel sotto mura di Ferrara nella zona di San Giorgio, dove fanno le fiere in primavera. in quella stagione torrida non vi era nessuno. Io credo che fossero già le tre o le quattro di notte e tutto sommato si stava decisamente bene in quel momento. Eravamo stati tutta la sera li a chiacchierare e a giocare con una specie di funivia con un pneumatico in mezzo alle giostre per i bambini (la zona è leggermente in discesa, quindi scivolava bene verso il basso quel coso) e come bambini ci siamo sempre comportati, perchè ci piaceva mantenere quel tocco di infantilismo che conserviamo un po' tutti nel cuore. 
So che poi siamo finiti sulla panchina a parlare. In un qualche modo ci siamo avvicinati sempre di più con il viso e con il corpo, piano piano, parlando e con un cuore in palpitazione esagerata. Avevo tanta voglia che fosse lui a darmi quel primo segnale di avvicinamento, ma lui non faceva niente e così, passo dopo passo mi son trovato a sfiorargli le labbra, delicatamente, senza baciarlo. Solo un tocco così a cui lui non si è rifiutato... e così sono andato avanti: un piccolo bacio sulle labbra, sempre delicatamente, sempre con dolcezza, poi uno un po' più intenso e passionale, per poi passare il resto del nostro tempo li, abbracciati a continuare con quei gesti di affetto e finalmente lasciare che quella profonda ansia che ci aveva preso dentro, terminasse nella consapevolezza che in fondo, entrambi ci volevamo. E abbiamo riso poi.. riso come dei cretini non appena l'emozione è finita...
So che l'ho salutato alle 7 di mattina, correndo disperatamente con la bicicletta a casa. la sveglia sarebbe arrivata circa un'ora e mezza dopo, per una volta tanto, neanche pesante. So che ero stanco morto, disfatto, ma ero felicissimo. Volevo che quella storia funzionasse e quel rapporto nascesse piano piano. Non so quante notti insonni abbiamo fatto in quel periodo io e lui. Orari inumanamente tardi e rimproveri di una madre che immaginava ma non voleva ancora sapere e capire davvero. Ma andava bene così a tutti. Circa un anno dopo abbiamo preso un appartamento insieme e siamo andati a vivere in quella che è stata la mia prima casa da libero. E abbiamo passato momenti davvero belli e intensi, oltre che ai nostri bassi momenti brutti. Come tutto nella vita ha i suo lati buoni e quelli cattivi e molto spesso una storia che inizia, porta con sè inesorabilmente anche una fine.
Ricordo che l'ultimo bacio che gli ho dato è sempre stato su quella panchina, uno degli ultimi giorni che siamo stati insieme nella nostra casa. Un ultimo bacio, che, purtroppo, non era della stessa passione e intensità del primo. C'era già qualcun altro che si era insinuato nella nostra vita e aveva rovinato tutto. Gli ho regalato una fede d'oro, sempre in quella sera, e gli ho chiesto di sposarmi. Si è commosso, ha quasi pianto ma poi, dopo un altro anno e mezzo, quella fede è ritornata nelle mie mani, restituita in un fugace incontro nel parcheggio di dove lavoravo allora. Non mi sono mai voltato indietro per vedere se lui lo faceva. Ricordo che aveva un grosso maglione bianco e contrariamente alla prima volta, era freddo, tremendamente freddo...
E’ meglio che tu te ne vada
Inoltre…
Perché non riesci a vedere che questa nave sta affondando
questa nave sta affondando
questa nave sta affondando
Andiamo sulla riva dell’acqua
Possiamo far naufragare questi dubbi
Alcune cose è meglio non dirle
Ma ancora mi sconvolgono
mi sconvolgono
Così canta la Annie... quanto stava affondando la nave e quanto non ce ne siamo accorti per tanto tempo.
Ma non mi interessa. Io non rimpiango nulla, lo confesso ed anzi sia i momenti belli che quelli brutti, li voglio e li ricordo con un piacere profondo nella mia anima, come pochi nella vita. Ce ne sono stati di altri dopo, ma quelli ce li teniamo per un altro post...

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